Guanti senza dita a maglia

Guanti senza dita a coste con i filati di Ivana

Ogni tanto anche io faccio la maglia, questa volta con un filato autorigante trovato dalla signora Ivana, gentilissima venditrice itinerante di filati (un po’ come le biblioteche ambulanti di un tempo).

Il filato rende tantissimo e ho realizzato, con 2 gomitoli dei 3 che avevo comprato, una coppia di manicotti Wanderlust, i guanti senza dita che vedete in foto e i guantini Strappy Stella Gloves. Tutti progetti a maglia, si vede che questo filato chiamava i ferri!

Di Wanderlust mi piace l’aspetto accartocciato e quasi spiegazzato dei guanti, come se fossero stanchi e avessero davvero viaggiato molto. Penso che la prossima volta che eseguirò questo modello, invece di cucire l’avvio e l’intreccio, farò un avvio provvisorio e alla fine cucirò le maglie con il grafting (che siccome sono un bruto, quando si parla di maglia, non ho idea di come si chiami in italiano, abbiate pazienza!).

Strappy Stella li ho fatti o quando ero ubriaca o quando avevo la febbre, perché non ricordo assolutamente nulla: so che sono lavorati in piano e poi cuciti, perché non sono in grado di usare il gioco di ferri senza finire al Pronto Soccorso con un ferro infilato in una narice, ma non posso dirvi altro. Tuttavia, dato che li ho evidentemente lavorati in condizioni di scarsa lucidità, direi che sono un progetto semplice e le istruzioni sono facili da leggere e seguire.

I guantini a coste doppie sono stati lavorati in piano, coi ferri dritti, in ferri di andata e ritorno: ho eseguito un bordino a coste di un paio di centimetri, poi ho invertito le coste per una lunghezza che andava circa dalle nocche al polso, poi le ho invertite di nuovo per un numero uguale di ferri.

Ho intrecciato, cucito sul lato la striscia, lasciando un foro per il pollice, e via!

Guanti senza ditaWanderlust durante la cucitura

Wanderlust durante la cucitura

Il terzo gomitolo l’ho donato, avevo finito le idee per questo filato!

slothmama

Veruska fa l'uncinetto: ne scrive per diverse testate online (il blog tricot di IO donna e maglia-uncinetto.it), lo insegna, crea modelli indipendentemente (la trovate come Veruska anche su Ravelry), e per pubblicazioni internazionali e produce compulsivamente cappellini. Come dipendenza, poteva andarle peggio.

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