Perdonate la qualità della foto, ma eravamo al buio a una convention di letteratura fantastica (o paraletteratura, o speculative fiction, o letteratura di genere o come vi pare), pioveva, faceva freddo come è intuibile dal colore cianotico delle unghie, le cavallette…

Ma dicevamo, la foto non sta a mostrarvi un guanto senza dita a maglia a coste 1×1 con un intreccio troppo stretto, realizzato con una mistery yarn del mitologico signor Antonio protettore di tutte le uncinettatrici e le magliste che risiedono in Lombardia.

Il guantino senza dita è stato realizzato all’uncinetto, con un bordo a maglia bassa eseguito perpendicolarmente al senso del lavoro ed è stretto perché, be’, amo i bordi stretti.

La tecnica utilizzata per ottenere questo risultato è la lavorazione a maglia bassissima in costa. Infatti, la maglia bassissima, solitamente usata solo per chiudere i lavori in tondo, unire tra loro parti di un progetto o giuntare il filo, in realtà è molto versatile e può essere declinata in molte varianti, ottenendo risultati ben lontani dal kevlar che ci potremmo immaginare, semplicemente utilizzando un uncinetto molto più grande di quello che usiamo normalmente (o un uncinetto apposito).

C’è molto da dire sulla lavorazione a maglia bassissima (nota anche come Bosnian crochet nei paesi di lingua inglese), ci sono diversi modelli elencati sul database di Ravelry dedicati a questa tecnica e vi consiglio di guardarli, se volete allontanarvi un po’ dalle solite lavorazioni a mb, ma, mad, mma, cat, 1 fiorino senza però affrontare tecniche diverse come l’uncinetto tunisino o la forcella.

Al momento sto facendo una ricerca proprio sulle molte varianti di questo punto.