Ispirazione all’uncinetto

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Colonne del cimitero Monumentale

Ogni tanto qualcuno chiede “ma dove prendi ispirazione per le tue idee?” e, onestamente, la risposta è sempre “mboh?”.

(No, in realtà non puoi dire boh, a meno che non voglia sembrare quella che dice “cool, bro!” al convegno accademico, quindi metti insieme una risposta che sembri vagamente coerente e articolata e che non sia immediatamente decodificabile come “fuffafuffafuffafuffa, ho detto già ‘fuffa’?”).

Quindi, io non so se chi si dedica al mestiere di designer con grande successo abbia una formula per ottenere l’ispirazione che permette di entrare nell’olimpo dei #Kreativitrendyconlaperitivo, in ogni caso io non ce l’ho. Il mio metodo, se tale si può definire, promana dalla mia Weltanschauung e consiste nel vagare in stato confusionale per la città o per la casa, tra dizionari di punti e gomitoli, nel fare campioni sotto l’effetto di un buon alcolico e ogni tanto soffermarmi a dire “perdindirindina, questa roba mi piace!”.

Un mio debole è l’abbinamento dei colori, per questo preferisco creare modelli utilizzanto filati in tinta unita o autoriganti. Ma raramente disegno modelli che prevedano l’abbinamento di più filati in colori diversi, fanno eccezione Scaleno (è gratis, accattatevillo e poi postate il progetto finito su Ravelry, su!), Nova Hat e pochissimi altri. In ogni caso, non abbino più di due colori e vado sempre sul sicuro con abbinamenti classici o tono su tono. Per questo, quando trovo delle combinazioni di colori che mi piacciono e che sono più di due, provvedo immediatamente a prenderne nota. Recentemente ho visitato il cimitero Monumentale di Milano durante di una visita dis-organizzata in occasione di Bookcity, quelle che vedete in foto sono le colonne decorate del Famedio. Questi sono colori che insieme mi piacciono e so che ne farò qualcosa.

Momento del simpatico aneddoto: nel cimitero ho anche incontrato un gentilissimo custode che, nell’ala degli acattolici, mi ha indicato l’edicola funeraria di Alberto Keller (grazie al quale venne costruito il tempio crematorio all’interno del cimitero) e mi ha detto che era visitabile e, come dire, in prossimità di Halloween mi sono ritrovata, col sole che tramontava, ad aprire, con stereotipico stridore di cardini arrugginiti, questa porticina arruginita indicatami da un vecchietto apparso dal nulla e a penetrare nel sacrario semiabbandonato (spoeticizzato da un tristo scopettone abbandonato in un angolo). Sono stata bravissima, non sono fuggita, ho semplicemente assunto un dignitosissimo trotto da milanese “busine” e non ho neanche urlato (troppo).

Ma tornando all’ispirazione, trascinata mio malgrado per gli orti botanici di mezza Europa, mi capita di vedere foglie e fiori che, per la loro forma, si possono prestare a diventare scialli o borsette; mi piacciono in particolare le costruzioni frattali di alcuni vegetali, ad esempio, ma cerco di trattenermi perché portano sempre a modelli che consumano moltissimo filato (come il Cavolfiore mannaro).

Spesso la tanto miticizzata ispirazione arriva semplicemente facendo dei terrificanti errori mentre si sperimentano punti dei dizionari. C’è ben poco di mistico o kreativo e molto di pasticcione, in questo.

Concludo questo sproloquio demistificante ricordando la leggenda che narra che Freddie Mercury scrisse Crazy Little Thing Called Love mentre era in bagno ad espletare comuni funzioni fisiologiche…

 

slothmama

Veruska fa l'uncinetto: ne scrive per diverse testate online (il blog tricot di IO donna e maglia-uncinetto.it), lo insegna, crea modelli indipendentemente (la trovate come Veruska anche su Ravelry), e per pubblicazioni internazionali e produce compulsivamente cappellini. Come dipendenza, poteva andarle peggio.

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